Nessuno ti amerà
come avresti voluto!
L’Amore è un dono cieco,
non guarda dove va.
O, forse peggio,
va dove non guarda.
Con quale specchio
potrà mai saziare
lo sguardo di sé?
Del suo stesso tormento
muore.
Muore di sé l’Amore!
ARTE DIGITALE
Arte sperimentale, che si avvale delle tecnologie informatiche.
Ritrarre una persona è senza dubbio il miglior modo di rappresentarne la personalità. Che sia attraverso un gesto, un’espressione o comunque un tratto del carattere o una sua manifestazione evidente. L’attitudine stessa del soggetto può essere la chiave di volta per ottenere il risultato migliore. Certamente l’deale è conoscere personalmente il soggetto, ma anche sorprenderlo, talvolta a sua insaputa, in un’attitudine a lui congeniale, può dare ottimi risultati. Inizio sempre, possibilmente, col realizzare una serie di ritratti fotografici tra i quali scegliere il più congeniale al soggetto trattato. Terminata la post-produzione fotografica di quello prescelto, inizia il lavoro vero e proprio di elaborazione del soggetto, con tutti gli strumenti del caso a mia disposizione (svariati programmi di grafica digitale), ripetendo successivi passaggi di messa a punto, un numero di volte sufficiente a dare forma compiuta al mio lavoro. Tale procedimento può impegnarmi per svariate ore al giorno per un periodo non quantificabile a priori, ma sufficientemente necessario a raggiungere il risultato finale ottimale.
Ispirato da “Madame Matisse” (Ritratto con la riga verde) di Henri Matisse, ho iniziato a realizzare vari studi sui volti umani rappresentandoli nettamente divisi in due da una linea centrale, partendo dalla fronte e terminando, in modo non troppo marcato, sul mento dello stesso, senza necessariamente ricorrere ad un diverso e contrastante colore rispetto a quello del soggetto. In seguito l’dea di rendere ogni mio lavoro il più essenziale possibile, mi ha portato a dare massimo risalto alla forma originale del soggetto, rappresentandolo con l’ausilio di semplici linee di demarcazione e intonando i colori del soggetto con quelli dello sfondo, creando così un'armoniosa composizione cromatica.
Tutte le opere qui presentate, sono disponibili nel formato indicato.
Stampate su acrilico più alluminio e pronte per essere appese alla parete.
Per chi fosse interessato, può contattarmi per ricevere informazioni più dettagliate.
·
All the works presented here are available in the indicated format.
Print on acrylic plus aluminium and ready to hang on the wall.
For those interested, you can contact me to receive more detailed information.
·
Toutes les œuvres ici présentées, sont disponibles dans le format indiqué.
Imprimez sur acrylique plus aluminium et prêt à accrocher au mur.
Pour des informations plus détaillées, vous pouvez me contacter directement.
POESIA
Versi tratti d'antologia poetica "Riflessi" 5, pubblicata da Pagine Editore.
Collana diretta da Elio Pecora.
Viene spontaneo collegare, oggigiorno, la parola riflesso e il suo plurale, riflessi, a una mera condizione di specularità, una vera e propria conformità alla nostra immagine esteriore. Vi è tuttavia un significato più profondo e che indica nel riflesso la capacità di un essere vivente di avere una risposta automatica, istintiva, ad un impulso che proviene dall’esterno. Traslata questa definizione fisiologica sul piano poetico-letterario, si può quindi affermare che Riflessi non si limita a esporre graficamente una traduzione di vissuti, bensì a mostrare come ogni autore sia un coacervo emozionale ed esperienziale che, nel riflettere nella e della scrittura, espone la propria relazione tra sé e il mondo. Solo così il riflesso può trasformarsi in una mediazione, ovvero nell’atto della Riflessione, da intendere, seguendo le parole di Freud, come «l’appropriazione del nostro sforzo per esistere e del nostro desiderio d’essere» non solo nello hic et nunc, ma nel tempo infinito e discreto del comporre poetico.
Nessuno ti amerà
come avresti voluto!
L’Amore è un dono cieco,
non guarda dove va.
O, forse peggio,
va dove non guarda.
Con quale specchio
potrà mai saziare
lo sguardo di sé?
Del suo stesso tormento
muore.
Muore di sé l’Amore!
Tieni per te
tutto il tuo male.
Non è fatale
più delle parole
il silenzio che sale
fino a morirti in gola.
Tua madre aspetta
in angoli bui,
che abbia più tregue
il tuo lasciarla sola.
Che nei tuoi occhi
in lacrime dilegui
di “altro” uomo
l'immagine riflessa:
Il frutto e il seme
di quell'amore
che più non può
stringere al suo petto.
Se la tua voce,
il suo solo suono,
può già tanto
per me e la gioia
che in me di te
vieta la tua assenza,
io vivo, nonostante.
Lei piega quel silenzio
che adombra i giorni
senza te invissuti.
Lei placa l'ansietà
che nell'attenderti
mi assale.
Esule d'altre solitudini,
d'altri silenzi leso,
la invoco nel mio buio!
La prego amica, amante!
E a lei mi piego.
Tradurti in versi?
O la tua essenza,
ormai cancrena
alla mia vita?
Tutto è cambiato.
Ma ugualmente
ti penso, ti sospetto.
E aspetto il vuoto
farsi pianto,
e poi rimpianto.
Di perderti
ancora non ho smesso…
Io sono unico,
ineffabile.
Diverso dai diversi,
dagli uguali.
Sono le ali scomparse
di un angelo mai visto,
ma che sempre ti segue.
Sono l'ombra
che il sole concede,
che nel buio risiede.
L'alibi al vento
che in nessun luogo
trova ospizio.
Sono l'anima lassa
che incerta procede.
E solo a se
del danno reca
tutto il maleficio.
Sono entrambi i lati
della moneta in gioco:
Non ho risposte.
Non ho dopo.
Vorrei chiedere
al figlio di Dio
se l’uomo ch’è in lui,
e in lui di me
ha misura,
può il perdono?
Che d’altri uomini
ostentai il vanificio,
il tempo inopportuno.
Vorrei chiedere
al suo perdono
di avere in me
misura d’uomo
che altro non vuole
se non l’amore
che in me di lui
ha misura.
E' possibile che le parole
abbiano perso ogni adesione
con la realtà vissuta prima?
Se per contrasto,
o per indomito astenersi
ai sotterfugi
dell'altrui esistenza?
Tutti a costringersi
a cospirare inutili
per un destino già segnato,
inviso o riadattato?
Tocco con tatto estremo
il susseguirsi di lussurie improbe
nell'esteriore attimo
di credula felicità.
Ma sbaglio. E tu con me.
Che non espii l'atto indarno.
Ed avvalori la mia colpa
pur non amandomi,
non conoscendomi nemmeno.